Diabete e influenza: prevenire le complicanze attraverso la vaccinazione

Alice Picciarella, Alessandro Russo

Alice Picciarella, Alessandro Russo

Il diabete mellito rappresenta ancora una delle patologie più importanti in termini di sanità pubblica, sia per l’alto numero di pazienti diabetici che per il rischio di complicanze.
Nello specifico, i pazienti con diabete presentano un rischio maggiore, rispetto agli individui sani, di ospedalizzazione e quindi di morte come complicanza dell’infezione da virus influenzali. La vaccinazione antinfluenzale in queste pazienti è quindi fortemente raccomandata dall’OMS, dall’ECDC, dal Ministero della Salute e dalle più importanti società scientifiche.
Nello specifico, l’OMS individua le seguenti categorie come ad elevato rischio di complicanze in seguito ad influenza:

  • Donne in gravidanza
  • Bambini di età compresa tra 6-59 mesi
  • Persone anziane (≥65 anni)
  • Persone con condizioni di rischio legate a comorbidità (diabete, asma, cardiopatie, broncopatie, HIV/AIDS)
  • Persone con elevato rischio di esposizione professionale
  • Operatori sanitari

Gli effetti della pandemia hanno educato e ulteriormente sensibilizzato la categoria dei cosiddetti pazienti “fragili”, tra cui rientrano anche i pazienti diabetici, sull’importanza della strategia vaccinale nel prevenire un’evoluzione sfavorevole dell’infezione, richiedendo assistenza ospedaliera. I dati pre-pandemia, tuttavia, evidenziavano una copertura vaccinale che difficilmente raggiungeva tassi >75%. Tra i fattori che maggiormente influiscono sulla scelta vaccinale nei pazienti fragili, ma anche nei diabetici, c’è la percezione che l’influenza possa essere considerata una patologia “meno rischiosa” e con un basso tasso di complicanze. Infine, un certo approccio culturale che è stato acuito dalla pandemia porta a ritenere che la vaccinazione presenti dei rischi. In tal senso le strategie comunicative, l’appropriata comunicazione ai pazienti ed il rapporto fiduciario del paziente diabetico con il proprio specialista e/o con il proprio medico di famiglia risultano ancora una volta le armi vincenti per convincere tale popolazione ad effettuare anche la vaccinazione anti-influenzale.
I dati della letteratura scientifica ci dicono che gli anziani hanno una risposta subottimale al vaccino antinfluenzale a dose standard a causa dell’immunosenescenza. A fronte di questo, però, la presenza di patologie aumenta il rischio di complicanze: circa il 75% della popolazione tra i 65 e i 75 anni soffre di almeno una patologia cronica e la percentuale sale all’85% sopra i 75 anni; inoltre, a partire dai 65 anni si concentrano oltre il 60% delle ospedalizzazioni e l’85% dei decessi, con il tasso di mortalità associata all’influenza che interessa per oltre il 95% gli anziani. I dati pubblicati nel 2020 in una metanalisi hanno evidenziato come soprattutto nei pazienti diabetici la vaccinazione antinfluenzale prevenga le ospedalizzazioni per tutte le cause e le ospedalizzazioni correlate ad influenza o polmonite. Di fatto l’influenza ha un impatto multidimensionale aumentando notevolmente il rischio di:

  • ictus cerebri e patologie neurologiche,
  • patologie cardiovascolari,
  • perdita di autonomia,
  • sovrainfezioni batteriche

ed in ultimo, ma non meno importante, peggioramento del compenso glicemico. Come dimostrato per COVID-19, importanti dati dalla letteratura ci indicano come il virus influenzale possa provocare importanti danni sia micro- che macro-vascolari con l’attivazione e il peggioramento di uno stato pro-infiammatorio che è già classicamente tipico della malattia diabetica.
Importanti studi hanno evidenziato come la mortalità associata a influenza e/o altre infezioni respiratorie possa raddoppiare nei pazienti con livelli di compenso glicemico più scarso (emoglobina glicata >6,5%); altri importanti studi hanno sottolineato come la vaccinazione nei pazienti diabetici abbia ridotto di oltre il 30% i ricoveri ospedalieri per ictus cerebri, di circa il 20 % per scompenso cardiaco e di oltre il 15% per influenza o polmonite batterica associata al quadro influenzale. Infine, i pazienti diabetici vaccinati hanno un rischio di mortalità per tutte le cause <25%. È importante sottolineare come la vaccinazione antinfluenzale riduca l’ospedalizzazione di oltre il 75% anche dei pazienti diabetici in età lavorativa.
Sicuramente l’offerta vaccinale che coinvolga attivamente i medici di famiglia, i farmacisti, i centri vaccinali, gli Ospedali e gli specialisti è probabilmente il modo per promuovere sia la vaccinazione stagionale antinfluenzale che altre vaccinazioni importanti nei pazienti diabetici come l’antipneumoccica e l’anti herpes zoster. I dati più recenti indicano come, per esempio, la vaccinazione antinfluenzale e la vaccinazione anti SARS-CoV-2 possano essere somministrate contemporaneamente, mantenendo alti livelli di efficacia e di sicurezza. Moltissimi studi hanno dimostrato in maniera inequivocabile l’efficacia e la sicurezza del vaccino antinfluenzale nei pazienti affetti da diabete mellito. Pertanto, tutti questi pazienti devono essere correttamente informati sull’assoluta necessità di sottoporsi alla vaccinazione indipendentemente dall’età e dal
grado di compromissione legato alla patologia diabetica.