Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2022/23

Rosalbino Cerra

Rosalbino Cerra – Segretario Regionale FIMMG Calabria

Per il secondo anno consecutivo, la pandemia COVID-19 e le conseguenti misure di contenimento/mitigazione hanno ridotto drasticamente a livello globale la circolazione dei virus influenzali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in un recente documento riporta che nel complesso, la percentuale di positività ai test per virus influenzali, nel periodo compreso tra settembre 2021 e gennaio 2022, è stata inferiore al 3%. Prima della pandemia COVID-19 (2017-2020), la percentuale media di positività, durante periodi di segnalazione simili, era del 17%. Tuttavia, rispetto alla stagione influenzale 2020-2021, i Paesi della zona temperata dell’emisfero settentrionale, nella stagione 2021-2022, hanno riportato un aumento di oltre 2,5 volte nel numero di campioni testati per influenza e di oltre 35 volte nel numero di campioni risultati positivi per virus influenzali.

La pandemia COVID-19 è ancora in corso, e forse una delle maggiori preoccupazioni è come sarà l’attività influenzale nei prossimi mesi. Dato che, in queste ultime due stagioni, meno persone sono state esposte a virus respiratori stagionali, quali l’influenza e il VRS, l’immunità della popolazione potrebbe essere diminuita e quindi potrebbe aumentare la possibilità di osservare focolai rilevanti, specialmente se causati da ceppi nuovi o introdotti di recente.

Nell’attuale fase inter-pandemica (periodo tra le pandemie influenzali), il Piano strategico-operativo nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale (PanFlu) 2021-2023, prevede, oltre alla normale attività di sorveglianza epidemiologica delle sindromi simil-influenzali e virologica dell’influenza, anche la fase in cui sviluppare attività di preparedness rafforzando le capacità di identificazione, prevenzione e risposta a virus influenzali emergenti a potenziale pandemico.

L’influenza rappresenta un grave problema di salute pubblica, poiché colpisce circa un bambino su tre e un adulto su dieci: solo nell’Unione Europea colpisce circa 60 milioni di abitanti sui circa 500 milioni.

Analizzando i dati forniti dal Ministero della Salute per quanto riguarda l’Italia, dal 1999, le coperture vaccinali contro l’influenza raramente hanno raggiunto il 20% per la popolazione generale e non hanno superato il 70% nella popolazione anziana. In particolare, si può notare un trend in crescita dal 1999 fino 2005 con una successiva fase di plateau e un crollo negli anni successivi al 2010 per attestarsi a una nuova fase di plateau con meno del 60% degli anziani vaccinati e intorno al 15% per la popolazione generale.

Nel 2020-2021, con l’arrivo del COVID-19, in Italia si è verificato un forte aumento delle vaccinazioni antinfluenzali che hanno superato il 20%, attestandosi al 23,7% per la popolazione generale, e raggiunto livelli elevati per la popolazione anziana attestandosi al 65,3%, ma comunque al di sotto degli obbiettivi europei.

La vaccinazione contro l’influenza durante la circolazione del COVID-19 è risultata utile sia per ridurre il numero di co-infezioni e il peso sul sistema sanitario nazionale per i malati di influenza, sia per evitare che i singoli soggetti contraendo l’influenza subissero l’isolamento fino all’ottenimento di una diagnosi differenziale tramite tampone.

Nonostante la vaccinazione antinfluenzale non offra alcun tipo di protezione diretta contro il SARS-CoV-2, i soggetti vaccinati contro l’influenza sembrano aver reagito meglio contro il SARS-CoV-2 rispetto ai non vaccinati. Nonostante i pareri siano discordanti riguardo tali dati, a causa di possibili fattori confondenti, una protezione verso uno dei due virus può evitare la coinfezione e l’aggravarsi di un quadro clinico che potrebbe portare a un peggioramento dello stato di salute, in particolare per quanto riguarda l’apparato respiratorio.

Così come già avvenuto nella prima fase delle vaccinazioni contro il COVID-19, bisognerebbe garantire copertura vaccinale contro l’influenza ai gruppi più esposti sia per ragioni di salute sia per ragioni lavorative. La priorità deve essere la vaccinazione delle persone più vulnerabili, per garantirne protezione e ridurre la pressione sul Sistema Sanitario Nazionale. Tra le fasce più vulnerabili vi è la popolazione anziana più soggetta a sviluppare malattie gravi o morire sia in caso di COVID-19 che di influenza.

Risulta altresì utile e da incoraggiare la vaccinazione degli operatori sanitari, poiché risultano a maggior rischio di esposizione a entrambi i virus con ripercussioni anche sulla funzionalità del Sistema Sanitario Nazionale in caso di sviluppo di malattia.

Considerando la minor circolazione del virus influenzale nelle stagioni 2020-2021, in quanto è risultato limitato in concomitanza alle norme atte a prevenire la circolazione del COVID-19, c’è il rischio che le prossime stagioni antinfluenzali risultino più aggressive a causa dell’aumento percentuale dei soggetti suscettibili con possibilità di gravi epidemie, in particolare con l’allentamento delle norme anti-COVID-19.

Per questo motivo risulta necessario predisporre, facendo tesoro dell’esperienza acquisita durante le vaccinazioni contro il COVID-19, campagne di vaccinazione antinfluenzali più pervasive e in grado di garantire una maggiore copertura vaccinale. Occorre ripensare al sistema di vaccinazione attualmente in atto in Italia in quanto non si è riusciti a garantire la copertura ottimale neppure alla fascia di popolazione anziana. La sfida del domani potrà far tesoro di tutte le strategie adottate durante l’emergenza del COVID-19, in particolare riguardo la campagna vaccinale.

La trasmissione interumana del virus dell’influenza si può verificare per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie.

La vaccinazione è il mezzo più efficace e sicuro per prevenire l’influenza. Per ridurre significativamente morbosità, complicanze e mortalità, è necessario raggiungere coperture vaccinali elevate nei gruppi di popolazione target, in particolare nei soggetti con più di 60 anni e nei soggetti ad alto rischio di tutte le età.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Ministero della Salute in Italia riportano, tra gli obiettivi di copertura per la vaccinazione antinfluenzale, il 75% come obiettivo minimo perseguibile e il 95% come obiettivo ottimale negli ultrasessantacinquenni e nei gruppi a rischio.

Per ciò che concerne l’individuazione dei gruppi a rischio, ai quali la vaccinazione va offerta in via preferenziale, esiste una sostanziale concordanza, in ambito europeo, sul fatto che i principali destinatari dell’offerta di vaccino antinfluenzale stagionale debbano essere le persone di età pari o superiore a 65 anni, nonché le persone di tutte le età con alcune patologie di base che aumentano il rischio di complicanze in corso di influenza.

Anche per la stagione 2022-2023, a causa del permanere dell’emergenza COVID-19, al fine di facilitare la diagnosi differenziale nelle fasce d’età di maggiore rischio di malattia grave, la vaccinazione antinfluenzale è fortemente raccomandata e può essere offerta gratuitamente nella fascia d’età 60-64 anni.

Pertanto, gli obiettivi della campagna vaccinale stagionale contro l’influenza sono:

  1. riduzione del rischio individuale di malattia, ospedalizzazione e morte;
  2. riduzione del rischio di trasmissione a soggetti ad alto rischio di complicanze o ospedalizzazione;
  3. riduzione dei costi sociali connessi con morbosità e mortalità.

Il vaccino antinfluenzale è raccomandato per tutti i soggetti a partire dai 6 mesi di età che non hanno controindicazioni al vaccino.

In più, per quanto riguarda gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie che operano a contatto con i pazienti, e gli anziani istituzionalizzati in strutture residenziali o di lungo degenza, la vaccinazione è stata fortemente raccomandata.

In Italia, in accordo con gli obiettivi della pianificazione sanitaria nazionale e con il perseguimento degli obiettivi specifici del programma di immunizzazione contro l’influenza, la vaccinazione antinfluenzale viene offerta attivamente e gratuitamente ai soggetti che per le loro condizioni personali corrono un maggior rischio di complicanze nel caso contraggano l’influenza.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha raccomandato di riconsiderare la priorità dei gruppi a rischio per la vaccinazione antinfluenzale durante la pandemia COVID-19 per i seguenti motivi:

  • Assicurare un controllo ottimale dell’influenza tra i gruppi ad alto rischio di forme gravi di malattia COVID-19 e di influenza. Il ricovero in strutture sanitarie potrebbe aumentare il rischio di esposizione a SARS-CoV-2 e il successivo sviluppo di forme gravi di COVID-19;
  • Diminuire gli accessi al Pronto Soccorso e i ricoveri per influenza;
  • Ridurre l’assenteismo tra gli operatori sanitari e di altri servizi essenziali per la risposta a COVID-19;
  • Assicurare la gestione e l’uso ottimale dei vaccini contro l’influenza stagionale potenzialmente limitati in tutto il mondo.

Vista l’attuale situazione epidemiologica relativa alla circolazione di SARS-CoV-2, si raccomanda di anticipare la conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale a partire dall’inizio di ottobre e offrire la vaccinazione ai soggetti eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se si presentano in ritardo per la vaccinazione. Questo può essere particolarmente importante se si tratta di una stagione influenzale tardiva o quando si presentano pazienti a rischio.