Co-somministrabilità dei vaccini anti-SARS-CoV2 con gli antinfluenzali ed altri vaccini
Rosalbino Cerra
SegretarioRegionale FIMMG Calabria
La persistenza di uno stato pandemico SARS-Cov2 ha reso necessaria l’emanazione di raccomandazioni da parte delle autorità sanitarie circa la co-somministrazione di vaccini COVID-19 con altri vaccini.
La possibilità di co-somministrare dei vaccini nell’ambito della stessa seduta è stata negli anni frequente argomento di discussione scientifica. La ricerca in campo vaccinale ha portato ad un sempre maggior numero di vaccini a disposizione della popolazione. Poiché la disponibilità inziale di vaccini combinati (cioè più vaccini, uniti nella stessa fiala) era relativamente limitata, l’aggiunta progressiva negli anni di nuovi vaccini al calendario vaccinale ha avuto come conseguenza un aumento:
- del numero degli appuntamenti per le sedute vaccinali;
- della somministrazione simultanea di vaccini diversi nella stessa seduta (co-somministrazione).
Poiché l’esperienza dimostra che maggiore è il numero degli appuntamenti e minore è la compliance, la scelta più opportuna è stata quella di aumentare il numero delle co-somministrazioni.
Anche se, in linea teorica, sarebbe possibile eseguire più di due co-somministrazioni per via intramuscolare o sottocutanea, nella pratica non è pensabile eseguire più di due iniezioni intramuscolari (o sottocutanee), associate eventualmente alla somministrazione di un vaccino per via orale. Prima di eseguire la co-somministrazione di due preparazioni è necessario conoscere con precisione:
- se si verifichino, per uno o per un altro vaccino, delle riduzioni nell’immunogenicità, che deve rimanere uguale a quella riscontrata con l’uso separato dei due vaccini;
- se si verifichino ripercussioni sulla reattogenicità, che non si deve discostare molto da quella caratteristica dei due vaccini usati separatamente.
In generale, non esistono controindicazioni per la somministrazione di più vaccini nella stessa seduta. Il sistema immunitario è in grado di gestire risposte specifiche verso un numero molto grande di antigeni.
Il Red Book già da diversi anni ha emanato delle linee guida per gli intervalli fra le somministrazioni di antigeni vivi ed inattivati.
I vantaggi di poter co-somministrare i vaccini durante la stessa seduta sono molteplici: riduzione del numero delle iniezioni e delle sedute vaccinali, minori disagi per i bambini e la famiglia (dolore dell’iniezione, distress e problemi organizzativi), minori costi di gestione (distribuzione e somministrazione), maggiore compliance dei pazienti, maggiore rispetto delle scadenze, riduzione della possibilità di errore, migliore copertura vaccinale.
Una revisione sistematica delle pubblicazioni scientifiche ha dimostrato che qualsiasi vaccino inattivato può essere co-somministrato contemporaneamente ad altri vaccini, compresi quelli vivi attenuati. L’unica precauzione consiste nel controllo dello stato di salute del paziente prima delle vaccinazioni.
La stessa circolare del Ministero della Salute, emanata il 02/10/2021, riporta delle indicazioni circa l’intervallo temporale tra la somministrazione dei vaccini anti-SARS-CoV2/COVID-19 e altri vaccini, con particolare riferimento alla vaccinazione antinfluenzale. È ribadito che, tenuto conto delle attuali indicazioni espresse dalle principali autorità di Sanità Pubblica internazionali e relativi Comitati Consultivi e dei dati preliminari relativi alla co-somministrazione di vaccini anti Sars-CoV-2/Covid-19 con vaccini antinfluenzali, è possibile programmare la somministrazione dei due vaccini, nel rispetto delle norme di buona pratica vaccinale, nella medesima seduta vaccinale, fermo restando che una eventuale mancanza di disponibilità di uno dei due vaccini non venga utilizzata come motivo per procrastinare la somministrazione dell’altro. Inoltre si sottolinea che è possibile altresì effettuare la somministrazione concomitante (o a qualsiasi distanza di tempo, prima o dopo), di un vaccino anti-Sars-CoV-2/Covid-19 utilizzato in Italia e un altro vaccino del Piano nazionale di Prevenzione vaccinale con l’eccezione dei vaccini vivi attenuati, per i quali può essere considerata valida una distanza minima precauzionale di 14 giorni prima o dopo la somministrazione del vaccino anti Sars-CoV-2.
I risultati preliminari del primo studio descrittivo di co-somministrazione del vaccino quadrivalente ad alto dosaggio con la terza dose di vaccino COVID-19 mRNA mostrano che la somministrazione contemporanea dei due vaccini è risultata sicura, ben tollerata e con una adeguata risposta anticorpale pari a ciascun vaccino somministrato singolarmente. Il vaccino antinfluenzale quadrivalente ad alto dosaggio è indicato negli adulti dai 60 anni di età in Italia. Si tratta dell’unico vaccino antinfluenzale che ha dimostrato una superiore efficacia nella prevenzione della malattia influenzale confermata in laboratorio e la riduzione delle complicanze associate all’influenza, come ricoveri per eventi cardiovascolari e polmonite, per 10 stagioni consecutive in più di 34 milioni di persone. Gli incoraggianti risultati dello studio di co-somministrazione rafforzano le raccomandazioni della somministrazione contemporanea dei due vaccini.
Mai come in questa stagione è ancora più essenziale aiutare a proteggere gli adulti più anziani, che sono a rischio particolarmente elevato sia per il COVID-19 che per le complicazioni dell’influenza, che possono includere attacchi cardiaci e ictus.
Bibliografia:
- https://www.salute.gov.it/
- Red Book
- Guida alle controindicazioni alle vaccinazioni